Mitologia della Creazione

notte nei borghi 2010-MOD-72

 

Fondamentalmente, la scultrice Enrica Adorni scopre la consistenza del reale e ne cerca nella scultura, nella materia scultorea della terracotta un corposo equivalente espressivo. Questa scoperta gli comunica come un senso di profondità cosciente: il frammento sacrale di un classicismo fondato sulla vita e la certezza plastica, nella congruenza della forma, nella sua opera di costruzione e di significato; ma anche “approfondito”, nella ricerca di quel senso contemporaneo superiore e “metafisico, che è una estrema valenza acquisita ma non un tradimento dellʼidealità classica almeno nelle fondazione di una fisicità memoria-civiltà e concentrata su una logica formale.
La destinazione dʼarte di Enrica Adorni si distingue per la sua operazione, allʼinterno del mondo classico la distinzione delle strutture, al suo esterno, nel mondo della vita, i sentimenti, la passione, il dramma eterno della bellezza: riuscendo a ricondurre al puro valore dellʼimmagine scultorea ogni succo di contenuti, una psicologia appassionante come morfologia, come teoria evolutiva della volontà della misura e della bellezza nellʼeterno confronto con il destino umano storico conosciuto.
Lʼopera è espressione autentica che riflette lʼautenticità del momento, la spontaneità del gesto, il rimando di un pensiero. Il pensiero è lʼelemento vitale di unʼessenza che si fonda, si realizza nel corpo dʼarte di Enrica Adorni.
La scultrice fonda una mitologia della creazione che incita i sensi celebrando ogni particolare che si manifesta nellʼaspetto infinitesimale dellʼopera: dove quellʼunicità di relazione tra pensiero, poesia e bellezza rivela un evento che si percepisce come possibilità per lʼartista di oltrepassare la soggettività umana. Un evento profondo, cosmico, incondizionato, una galleria dove si alternano volti di giovani ninfe, inquiete, dormienti, nel cuore di unʼanima giovane, busti maschili e femminili concepiti nelle membra alla maniera dei greci e dei latini, indimenticabili espressioni che vivono la storia, il destino, la vita al sole del suo dramma. La ricerca di Enrica Adorni risveglia un antico sogno collettivo: il valore della fondazione coscienza- cultura-storia vissuta come manifestazione dellʼuma-nità intera. La scultrice rivisita lʼarte scultorea con lʼabilità di un’archeologa traendone conoscenza ed essenza.
Eʼ un lavoro della figura umana che disvela simboli e riti che realizzano il mondo della vita, il dramma eterno della bellezza come creatività e insegnano lʼarte come rito fondante del mondo. Enrica Adorni crea un progetto di illusioni etetiche e le muove verso il reale, definisce prospettive di virtualità dellʼimmagine e le conduce a fondare un mondo di verità. Lascia che si percepisca lʼarte come rivisione del mondo attraverso la cultura e affida la cultura alla spiritualità posta fin dentro lʼindividuo. La realtà culturale dellʼevento estetico della scultrice diventa un pensiero, un equilibrio di elementi, un destino ideale che va vissuto quando la freschezza dellʼidea si fa “progetto”. Lʼopera scultorea sʼimpone nella perseveranza estetica, nellʼimmediato di uno spazio che lʼha eletta a testimone della sua volontà. Livio Garbuglia, art critic.

mercante in fiera 2012-MOD 72